Linfodrenaggio

Linfodrenaggio

Nonostante sia una pratica che affonda le sue origini nel secolo scorso, solo negli ultimi anni molte persone stanno riscoprendo i benefici dei massaggi linfodrenanti.

Sono visti come “la terra promessa” per chi vuole dimagrire, per altri rappresentano l’ultima spiaggia nella lotta alla cellulite, per altri ancora rappresentano semplicemente la soluzione migliore per stare bene con il proprio corpo.

Sono tante le opinioni e gli articoli sui massaggi drenanti, ma in qualche caso le informazioni fornite non sono corrette.
Abbiamo quindi deciso di correre ai ripari fornendo un quadro completo dei pro e dei contro del Linfodrenaggio, partendo dalla semplice definizione fino ad arrivare a benefici garantiti, passando per le tipologie di trattamenti drenante disponibili.

Se vuoi saperne di più, leggi di seguito.

Cos’è il linfodrenaggio (o massaggio linfodrenante)?

Partendo da quella che potrebbe essere la definizione fornita da un qualsiasi dizionario medico, il massaggio linfodrenante è un tipo di massaggio che agisce sulla circolazione linfatica.

Per circolazione linfatica si intende il sistema di drenaggio che trasporta liquidi, lipidi e proteine verso il sistema circolatorio sanguigno, ma ha anche una funzione d’ausilio al sistema immunitario.

Nel linguaggio comune, si definiscono linfodrenanti tutti i massaggi che favoriscono quindi il ristagno di liquidi.
A dispetto di quanto molti pensano, i linfodrenaggi non sono usati solo in ambito estetico (uso massiccio contro gli inestetismi della cellulite), ma anche come terapia medica contro i numerosi disturbi generati da una circolazione linfatica rallentata.

Il fatto che l’obiettivo di un linfodrenaggio sia quello di eliminare il ristagno di liquidi non significa che vi sia un solo modo per ottenere tale risultato: come avremo modo di vedere, esistono diversi tipi di manipolazione che possono essere catalogati sotto la voce “massaggi drenanti”.

Quali sono i benefici del massaggio linfodrenante?

Sempre a proposito dell’obiettivo preposto, dire che un linfodrenaggio abbia come unico vantaggio quello di eliminare i ristagni di liquidi è assolutamente limitativo.

Nella realtà sono diversi i benefici di questo tipo di trattamento, e non tutti sono strettamente correlati al benessere fisico.

Volendo sintetizzare, grazie è un intero ciclo di massaggi è possibile:

  • Stimolare la circolazione linfatica, sollecitando quindi la funzionalità dei reni e di tutti i liquidi presenti all’interno del corpo, eliminando al tempo stesso tutte quelle tossine e scorie che possono ristagnare nel sistema linfatico.
  • Aiutare il funzionamento del sistema cardiocircolatorio: le continue pressioni sui vasi sanguigni ne provocano infatti un allargamento, il che si ripercuote su un maggiore circolazione di sangue e una maggiore ossigenazione dei tessuti.
    Detta in termini più semplici, grazie ai linfodrenaggi nel corpo circola più sangue e anche di maggior qualità;
  • Prevenire le malattie: come anticipato, visto che il sistema linfatico rappresenta un ausilio per il sistema immunitario, renderlo più funzionate riflette benefici anche sulle difese del nostro organismo, che quindi si dimostra più performante quando c’è da combattere e prevenire malattie e patologie varie.
  • Rassodare la pelle: se il massaggio viene fatto bene, questi può stimolare il sistema connettivale e liberare la pelle dalle cellule morte, oltre a eliminare tutti gli accumuli di grasso sottocutaneo.
    Il risultato è una pelle più splendente, che meglio assorbe i trattamenti a base di olio. Va da sé che quindi il linfodrenaggio offre risultati eccezionali contro cellulite e pelle a buccia d’arancia;
  • Allontanare lo stress: come tutti i massaggi, anche quello linfodrenante ha dei risvolti positivi sul proprio stato mentale, perché le pressioni sulla pelle favoriscono la produzione di endorfine, che aiutano a combattere dolore, depressione e ansia, il che si traduce in una migliore condizione psico-fisica.
  • Rigenera i tessuti
  • Aumenta l’energia

Le varie tipologie di massaggio linfodrenante

Esistono diversi tipi di massaggi linfodrenanti:

Il massaggio manuale

massaggio linfodrenante manuale

Il mondo del massaggio è già di per sé troppo ricco di millantatori, personaggi che effettuano manovre a casaccio sul corpo dei malcapitati (con uno stile che fra l’altro ricorda quello delle massaie che impastano i dolci, con tutto il dovuto rispetto per la categoria), creando danni non di poco conto.

Il linfodrenaggio è in realtà ancor più complesso rispetto a quelli tradizionali, perché chi lo pratica deve conoscere alla perfezione il circolo linfatico al fine di capire quali zone trattare.

L’obiettivo del massaggiatore è quello di indirizzare la linfa verso le zone linfatiche più vicine al punto massaggiato eseguendo delle complesse manipolazioni: semmai ti dovessi trovare di fronte a un “professionista” che ti descrive il trattamento linfodrenante come una delle operazioni più facili del mondo, scappa a gambe levate.

Tradotto in parole ancor più semplici: per trattamenti linfodrenanti affidati solo a professionisti di comprovata qualità.

Nel corso degli anni si sono susseguite numerose tecniche per i trattamenti linfodrenanti, e fior fior di studiosi hanno dedicato la loro carriera allo sviluppo di metodologie sempre più innovative, ma possiamo dire che ancora oggi resistono solo due “scuole di pensiero”: il metodo Vodder e quello Leduc.

Come andremo a vedere, le due tecniche si differenziano molto per il tipo di movimenti eseguiti, ma in realtà i principi di base sono gli stessi.
In entrambe le “scuole”, infatti, il movimento del massaggio sulla cute deve essere delicato e lento, con spinte parallele al percorso che la linfa deve seguire.

Altro punto in comune è la zona di inizio del massaggio, che deve sempre partire all’altezza del collo, dove la linfa si mescola con il circolo ematico.

Metodo Vodder

Questo metodo prende il nome dai coniugi Emil ed Estrid Vodder, studiosi danesi che negli Anni Trenta del Novecento, quando le conoscenze del sistema linfatico erano ancora allo stato primordiale, presentarono degli speciali movimenti di massaggio che ancora oggi sono un punto di riferimento nel mondo del linfodrenaggio.

Il metodo Vodder si basa su quattro distinti movimenti: circolari, rotatori, a pompaggio ed erogatori.

  • I primi movimenti sono quelli circolatori, che si applicano nella zona del viso e del collo (come anticipato nel paragrafo precedente) e servono ad “avviare” il sistema linfatico con pressioni leggere ma consistenti al tempo stesso.
  • Successivamente si passa ai movimenti rotatori, che sono effettuati con il polso, alzandosi e abbassandosi, frizionando la cute in modo circolare; si passa poi ai movimenti a pompaggio, che altro non sono che le dita che spostano la pelle “disegnando” dei cerchi ovali, il tutto per migliorare la circolazione linfatica
  • Infine si passa alla frizionare erogatrice, dove il polso del massaggiatore entra di nuovo in gioco con movimenti rotatori sulla pelle del paziente.

Metodo Leduc

Il metodo Leduc ha come peculiarità quella di avere meno movimenti rispetto al Vodder, ma piuttosto li differenza in base al tipo di disturbo da trattare.

Nel metodo Leduc i movimenti sono essenzialmente due:

  • Manovra di Richiamo
    La manovra di richiamo serve a svuotare i collettori linfatici, ed è per questo che va effettuata a valle rispetto alla zona interessata.
  • Manovra di Riassorbimento
    La manovra di riassorbimento, invece, si chiama così perché mira a far riassorbire i liquidi all’interno dei vasi linfatici della zona su cui si effettua il trattamento. Altra particolarità del metodo Leduc è che la zona in cui ristagnano i liquidi dev’essere sottoposta a bendaggio non compressivo, effettuato partendo dalla periferia del corpo verso il centro.

Trattamento linfodrenante meccanico

Trattamento linfodrenante meccanico

Anche se ancora oggi per molti addetti ai lavori l’unico trattamento drenante è quello manuale, come spesso capita la tecnologia fa capolino nella medicina, ed oggi possiamo parlare anche di linfodrenaggio meccanico.

Partiamo dal presupposto che il linfodrenaggio meccanico è conosciuto prevalentemente con il nome di pressoterapia e, chi vi sottopone, lo fa per migliorare il proprio sistema circolatorio e linfatico.

Così come accade con il massaggio drenante manuale, anche nella pressoterapia l’obiettivo è ridurre la ritenzione idrica, favorire il flusso della linfa ed eliminare le tossine in eccesso.

Per rendere più semplice il concetto, ti riassumiamo di seguito i benefici della pressoterapia:

  • Combatte la cellulite
  • Elimina le tossine presenti nel corpo
  • Favorisce il funzionamento del sistema linfatico
  • Aiuta a dimagrire (se abbinata a un’alimentazione sana e all’attività fisica)
  • Migliora l’elasticità della pelle
  • Riduce gli edema post-traumatici
  • Abbassa il livello di stress
  • Riduce il linfedema post-operatorio
  • Allieva i dolori da traumi sportivi
  • Migliora l’ossigenazione della pelle
  • Rigenera i tessuti
  • Aumenta l’energia

Come avrai notato, si tratta di benefici presenti anche nel linfodrenaggio manuale. La particolarità della pressoterapia è nell’utilizzo di speciali cuscini come strumento del massaggio. In pratica le zone oggetto del trattamento sono avvolte in questi cuscini che, emettendo getti d’aria, simulano le “mani del massaggiatore”.

La pressoterapia deve essere fatta sempre a digiuno e, a differenza del linfodrenaggio manuale, dev’essere evitata durante la gravidanza o se si soffre di patologie particolari come trombosi venosa profonda, microangiopatia e cirrosi epatica.

Nonostante abbia numerosi benefici per la salute, il principale ambito di applicazione della pressoterapia è quello estetico: la stragrande maggioranza di chi si sottopone al trattamento lo fa per combattere la cellulite o per dimagrire. Fra l’altro, sono poche decine di anni che è possibile fare la pressoterapia, quindi dal punto di vista accademico rientra ancora nella categorie delle “innovazioni” in campo medico ed estetico.

Numeri alla mano, le parti del corpo maggiormente sottoposte alla pressoterapia sono gambe (“covo” della cellulite) e braccia, ma volendo è possibile fare trattamenti anche per schiena, basso ventre e zona addominale.

Ogni seduta di pressoterapia può durare dai 30 ai 50 minuti, e ne bastano appena 8 per vedere i primi risultati. Tuttavia, per evitare problematiche di qualsiasi natura, i medici consigliano massimo due o tre sedute a settimana.

Piccola curiosità: per capire se una pressoterapia è stata efficace, basta aspettare la fine del trattamento. Se finita la seduta senti la necessità impellente, quasi catastrofica, di urinare, sappi che il trattamento ha raggiunto lo scopo: con l’urina infatti si eliminano i liquidi in eccesso che la pressoterapia punta a smaltire.

Essendo una tipologia di trattamento sdoganato da pochi anni, la pressoterapia ha ancora molte controindicazioni, in virtù delle quali la maggior parte dei soggetti preferisce ancora i linfodrenaggi manuali.

Per darti un’idea, ti basterà dare uno sguardo alla lunghezza dell’elenco delle controindicazioni per capire quanto la pressoterapia debba ancora avere miglioramenti:

  • Flebite
  • Tromboflebite
  • Vene varicose
  • Trombosi venosa profonda
  • Arteriosclerosi grave
  • Cirrosi epatica
  • Insufficienza renale
  • Microangiopatia
  • Diabete
  • Insufficienza epatica
  • Insufficienza cardiaca
  • Piccolo consiglio

Al netto di numerose controindicazioni, la pressoterapia rimane uno metodologia di linfodrenaggio molto efficace.

Tuttavia, non rappresenta la soluzione a tutti i problemi: se a fine trattamento non si segue un regime alimentare sano e non si pratica della corretta attività fisica i risultati ottenuti potrebbero dissolversi in poco tempo. Inoltre, altre pessime abitudini da evitare per far durare nel tempo gli effetti della pressoterapia sono fumo e alcol.

Linfodrenaggio con coppetta anticellulite

Linfodrenaggio con coppetta anticellulite

Una delle ultime tendenze in ambito di linfodrenaggio è la coppetta anticellulite che promette risultati eccezionali.

I punti di forza di questo trattamento sono diversi: ha un costo decisamente inferiore rispetto a un intero ciclo di massaggi drenanti “tradizionali”, può essere eseguita in prima persona sul proprio corpo e richiede pochi minuti al giorno.

Il trattamento prevede che la parte del corpo interessata sia cosparsa con olio da massaggio, e solo successivamente si può passare la coppetta con diversi tipi di intensità.

Maggiore è la pressione della coppetta e più alta è l’efficacia della stessa, ma il consiglio è di iniziare in forma graduale.

I movimenti devono essere prima lineari, poi ondulatori e infine circolatori.
Terminata la fase di massaggio, si consiglia di bere due bicchieri d’acqua per smaltire le tossine in eccesso. In una società che va sempre di fretta, lo Slimcup è un metodo sempre più in voga perché, comprandone due, si possono dimezzare i tempi e massaggiare le due gambe contemporaneamente, magari facendo altre attività nel frattempo come parlare a telefono con le amiche o guardare la TV.

Linfodrenaggio gambe prima e dopo

Nel parlare degli effetti benefici sul linfodrenaggio potremmo stare qui ancora a riempire pagine per ore, ma come spesso accade i migliori risultati sono quelli che si possono ammirare con i propri occhi.

Lasciamo quindi la “parola” alle immagini che vedi, che rappresentano il “prima” e il “dopo” di un intero ciclo di linfodrenaggi: non crediamo ci sia bisogno di aggiungere altro.

Linfodrenaggio-gambe-prima-e-dopo

Quali sono le controindicazioni del massaggio linfodrenante?

Il fatto che i massaggi drenanti siano un toccasana per milioni di persone non significa che questi siano scevri da rischi. Come tutti i trattamenti terapeutici, possono infatti insorgere controindicazioni se i soggetti che si sottopongono a questi massaggi soffrono di specifiche patologie. Per semplificare il tutto, di seguito ti proponiamo una lista di patologie e/o quadri clinici per cui non sono consigliati i linfodrenaggi:

  • Patologie e disturbi cardiaci
  • Tumori
  • Alterazioni pressione sanguigna (ipertensione o ipotensione)
  • Disturbi asmatici
  • Infezioni, infiammazioni o ustioni nel punto in cui dovrebbe essere effettuato il massaggio

Inoltre, qualora il tuo quadro clinico non rientri in nessuna delle casistiche citate, ricordati che è comunque buona norma chiedere un parere al tuo medico curante prima di sottoporti a un ciclo di trattamenti linfodrenanti.

Domande e risposte sul massaggio linfodrenante

Ecco le domande che mi vengono poste più spesso su linfodrenage:

Possiamo fare il massaggio drenante in gravidanza?

Una delle domande più gettonate riguardante il linfodrenaggio è la sua presunta incompatibilità con lo stato di gravidanza.

L’occasione quindi è perfetta per sfatare un falso mito: non solo il linfodrenaggio non è dannoso per le donne in gravidanza, ma è addirittura consigliato, a patto che i trattamenti non siano eseguiti nei primi tre mesi dello “stato interessante”.

I benefici sono diversi, e riguardano sia la mamma, sia il nascituro:

  • Gambe sgonfie e leggere: se hai provato la gioia di una gravidanza, sai bene che questa ha tante controindicazioni, fra cui la più comune è quella di sentirsi le gambe gonfie come zampogne. Il motivo di questo gonfiore è proprio dovuto all’accumulo di liquido linfatico, il che significa che un linfodrenaggio è quanto di meglio ci possa essere per sentirsi meglio;
  • Lotta alle smagliature: altro grande problema delle donne in gravidanza è il sorgere delle smagliature in punti critici come addome, seno e fianchi: contro questa problematica il linfodrenaggio è particolarmente efficace perché sollecitando la circolazione sanguigna riesce a ossigenare le cellule dell’organismo e quindi anche della pelle, il che si traduce automaticamente in un tessuto più elastico in cui le smagliature non possono trovare terreno fertile;
  • “Ciaone” cellulite: si può fare in questo caso un discorso analogo a quello fatto in precedenza per le gambe gonfie, visto che la cellulite si presenta nei punti in cui si accumulano liquidi. Il messaggio linfodrenante, quindi, andando a convogliare i liquidi in eccesso nel sistema linfatico riesce anche nel compito di evitare la cellulite nelle donne in gravidanza, dimostrando quindi che non è un “dazio” obbligatorio da pagare per vivere la gioia della maternità. Fra l’altro, bastano poche sedute per ridurre la cellulite, quindi i risultati si possono riscontrare già dopo poco tempo;
  • Niente stress: avere un corpo più rilassato, una pelle più tonica, e anche vedere con i propri occhi gli effetti benefici contro smagliature e cellulite ti fa automaticamente stare meglio anche dal punto di vista mentale, il che non è un aspetto da trascurare
  • Recupero post parto più rapido: un altro effetto positivo del linfodrenaggio in gravidanza è strettamente correlato al recupero della forma post parto. Se durante i nove mesi la pelle viene mantenuta tonica, i liquidi in eccesso sono regolarmente smaltiti e il sistema linfatico fa il suo dovere, tornare in forma dopo il parto diventa un gioco fra ragazzi. Fra l’altro, visto che fare sport non sempre è possibile in gravidanza, per alcune donne il linfodrenaggio è anche l’unica strada percorribile per mantenersi in forma;
  • Rinforzo del sistema immunitario: le tossine che si accumulano nelle ritenzioni di liquidi tipiche della gravidanza sono dannose non solo per la mamma, ma anche per il bambino. In un classico effetto a cascata, quindi, il linfodrenaggio fa bene anche al bambino: con i trattamenti la mamma si libera delle tossine in eccesso, il che si traduce in un miglior sistema immunitario, che a sua volta rafforza le difese del bambino;
  • Cambi d’umore addio: altro effetto collaterale della gravidanza sono indubbiamente i continui sbalzi d’umore. Come detto in precedenza i linfodrenaggi, con quelle manovre lente e ritmate, aiutato a far calare il livello di stress e a calmare la mamma come farebbe la migliore delle camomille. Inoltre questi massaggi alleviano i dolori tipici di emicranie, lombalgie e cefalee, il tutto senza dover far ricorso a farmaci;

Il linfodrenaggio fa dimagrire?

Secondo alcune statistiche tanto “spicciole” quanto realistiche, oltre l’80% delle donne che si sottopone ai trattamenti linfodrenanti lo fa per dimagrire.

Un uso così massiccio di tale pratica necessita di un chiarimento doveroso: il linfodrenaggio è un aiuto, ma non fa miracoli.

Se vuoi sottoporti a numerose sedute settimanali di trattamenti linfodrenanti per avere la coscienza pulita quando mangi la pizza o bevi bevande gassate, hai sbagliato strada.
Il linfodrenaggio è uno strumento che permette di ampliare quelli che sono i benefici di un’alimentazione corretta e di una corretta attività fisica, ma da solo non è sufficiente per perdere peso.

Il fatto che il linfodrenaggio non sia la panacea di tutti i mali non significa però che non possa dare una grossa spallata ai kg in eccesso: considera che questi trattamenti, fra gli altri vantaggi, riducono la ritenzione idrica e aumentano il metabolismo, ottimi alleati per chi vuole dimagrire.

Mettiamola così: fai conto che il corpo sia un campo da coltivare. Con una corretta alimentazione e una vita sana, riesci sempre a perdere peso, ,ma devi metterci davvero tanto impegno. Se la corretta alimentazione e la vita sana sono coadiuvate dai trattamenti linfodrenanti, questo campo da coltivare offrirà un terreno più fertile dove le colture cresceranno più rigogliose e con maggior semplicità, vale a dire che a parità di “sacrifici” i kg che perderai saranno molti di più.

Il linfodrenaggio è mutuabile?

Nonostante abbia numerosi benefici riconosciuti, i trattamenti linfodrenanti non sono mutuabili.

In un sistema sanitario come quello italiano, in cui la spesa per le strutture sanitarie pubbliche viene ridotta in ogni Legge di Stabilità, pensare che trattamenti così avanguardisti fossero compresi e aiutati dal Ministero della Salute era forse chiedere troppo.

Fortunatamente, come spesso accade nel nostro paese, sono le imprese private ad andare incontro alle persone: i trattamenti linfodrenanti, oltre alla classiche strutture private, possono essere convenzionati attraverso compagnie assicurative, associazioni di categoria, istituti bancari o casse mutua private. Grazie a queste convenzioni, i trattamenti linfodrenanti diventano accessibili anche ai soggetti che altrimenti non potrebbero permettersele.

Qual è il prezzo di un massaggio drenante manuale?

Iniziamo con il dire che il consiglio è sempre di sottoporsi a trattamenti linfodrenanti solo in centri specializzati e di massima affidabilità.

Premesso questo, consideriamo che la singola seduta non è particolarmente onerosa, visto che per un trattamento che va dai 40 ai 60 minuti il prezzo medio è di circa 35 euro.

Il problema, semmai, è nel fatto che per ottenere risultati visibili occorre sostenere almeno una 40ina di sedute, il che porta la spesa a sfondare il tetto delle migliaia di euro.

 

Dopo questo lungo viaggio nel mondo dei massaggi drenanti possiamo tirare le somme.
Si tratta di trattamenti che offrono molteplici benefici, che hanno controindicazioni pari a zero (a patto di non soffrire di determinate patologie) e che possono garantire risultati insperati con altri percorsi terapeutici. Certo, per ottenere risultati occorre investire in decine di sedute e la spesa non è alla portata di tutti, ma nel rapporto costi – benefici i secondi sono di gran lunga superiori primi, quindi possiamo chiosare con un lapalissiano: ne vale davvero la pena!

Gabriella Vico
Sportiva professionista per più di 20 anni, Coach Fitness e Coach nutrizionale, dottoressa in Scienze Motorie e Sportive, condivido con i miei lettori tutte le mie conoscenze e le mie astuzie per aiutarli a vivere a lungo, con una miglior forma fisica ed un’ottima salute.
Stefania Mazzone
Stefania Mazzone ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'università Federico II di Napoli. Appassionata di fitness e forte promotrice di un corretto stile di vita per il raggiungimento di un buono stato di salute.
Gaia Mazzone
Dott.ssa Gaia Mazzone, nutrizionista laurea in Scienze Biologiche presso l’Università Luigi Vanvitelli. Laurea in Scienze degli Alimenti e Nutrizione Umana presso l’Università Luigi Vanvitelli.